Per quale motivo Chico Forti è rimasto in un carcere americano per ventiquattro anni. Che cosa sappiamo della sua detenzione?
Chico Forti è tornato in Italia, la Premier Giorgia Meloni e il suo Governo hanno lottato a lungo per mantenere questa promessa e questa mattina, è arrivato a Pratica di Mare, luogo da cui poi verrà trasferito in carcere.
Sono trascorsi 24 anni da quando Chico Forti è stato condannato all’ergastolo negli Usa per l’omicidio dell’imprenditore australiano Dale Pike, il cadavere venne trovato nudo in spiaggia a Miami in Florida.
Chico Forti è stato un campione di windsurf di successo, una carriera sportiva lunga che si è interrotta per un incidente automobilistico e che lo ha portato ad iniziare la sua carriera come producer televisivo e documentarista. Ma entriamo nel dettaglio del suo processo.
Chico Forti, cosa sappiamo del processo che lo ha condannato all’ergastolo
Come accennato prima, Chico Forti è stato condannato all’ergastolo per via dell’omicidio di Dale Pike, figlio di Anthony Pike, con il quale Forti stava trattando l’acquisizione del Pikes Hotel, a Ibiza. L’uomo è stato ucciso con due colpi di pistola alla nuca e poi denudato.
Pare che Pike avesse incontrato Forti proprio il giorno prima, tra gli errori di Forti, proprio quello di avere in un primo interrogatorio negato il suo incontro con la vittima. Un errore che a tutti gli effetti fu fatale. Il suo arresto avvenne qualche giorno dopo, inseguito ad un interrogatorio durato 14 ore: nelle sue dichiarazioni ritrattò la sua prima versione, ammettendo di aver incontrato la vittima poche ore prima del decesso.
Inseguito al processo, nella sentenza finale, la giuria popolare di Dade County di Miami lo giudicò colpevole, con l’accusa di: “aver personalmente e/o con altre persone allo Stato ancora ignote, agendo come istigatore e in compartecipazione, ciascuno per la propria condotta partecipata, e/o in esecuzione di un comune progetto dilettuoso, provocato, dolorosamente e preordinatamente, la morte di Dale Pike“.
Tutti i suoi ricorsi dopo la sentenza vennero sempre rifiutati senza una motivazione.