Jeffrey Dahmer è noto per la sua natura cruenta che l’ha fatto passare alla telecronaca internazionale come il cannibale di Milwaukee.
Jeffrey Dahmer: biografia
Egli nasce il 21 maggio del 1960 nella cittadina di Milwaukee, nello stato americano di Wisconsin. La sua vita trascorre nella piena normalità fino all’età di 6 anni. Il suo carattere comincia a mutare in seguito al trasferimento, insieme alla sua famiglia, presso Doylestown, cittadina di Ohio. Il piccolo Jeffrey soffre per la lontananza del padre, sempre più impegnato nelle trasferte lavorative, e per la depressione della mamma, che concentra inevitabilmente il bisogno di attenzioni su di sé a discapito del figlio. La situazione non migliora nemmeno quando la donna lascia al figlio la libertà di scegliere il nome del secondo figlio, il fratello David.
La sofferenza di Jeffrey trova sfogo in un’inusuale collezione, quella di animali morti che seppellisce in un bosco alla spalle dell’abitazione familiare. Soltanto due anni più tardi comincia ad appassionarsi sempre più alla tecnica di conservazione dei cadaveri, coinvolgendo con domande dirette il papà. Ad esempio, il genitore viene interrogato sul processo di conservazione delle ossa di un pollo in seguito all’immersione in candeggina. Queste domande inorgogliscono il papà, in quanto vede nel figlio il barlume di un profondo interesse scientifico, che può guidarlo e incrementarsi sempre più negli anni della maturità. In realtà, questo interesse di Jeffrey è solo il riflesso di un’indole macabra che va assottigliandosi gradualmente nel corso del tempo. A questo riguardo, si menziona l’episodio in cui egli decapita un cane, già morto per mezzo di un’automobile, e inchioda il suo corpo ad un albero, sempre nel bosco retrostante la sua abitazione.
Furia omicida di Jeffrey
La personalità di Jeffrey devia notevolmente in seguito al divorzio dei genitori, avvenuto il 18 giugno del 1978. Egli mette in atto il primo di una lunga serie di omicidi, attraverso l’uccisione del 19enne Steve Hicks. Egli invita il ragazzo nella deserta casa per sorseggiare una birra e per ascoltare un po’ di musica. Dopodiché si libera del conoscente uccidendolo con un colpo di manubrio e soffocandolo. I problemi psicologici di Jeffrey peggiorano ulteriormente. E questo terribile evento è la prova lampante. Egli dopo aver massacrato il corpo del giovane, ne abusa sessualmente e lo seziona. Una parte del corpo viene sciolta nell’acido ed eliminata nello scarico del water. Mentre la parte costituita dalle ossa è sotterrata sempre nel bosco, situato nelle vicinanze della casa.
Jeffrey Dahmer: arresto e morte
Il problematico ragazzo, dal 1978 al 1991 si rende responsabile di 17 omicidi, tutti svolti con metodi terrificanti. L’ultima uccisione è sventata il 22 luglio del 1991 da Tracy Edward, che dopo essere entrato in casa di Jeffrey viene narcotizzato con dei sonniferi e condotto in camera da letto. In uno stato di dormiveglia, Tracy nota fotografie di cadaveri deturpati sulle pareti e avverte un odore nauseabondo che fa scattare in lui un segnale d’allarme. Così colpisce Jeffrey con un pugno e corre in strada dove s’imbatte in 2 agenti, che convince a perlustrare l’abitazione. Il mostro di Milwaukee è arrestato e condannato a 957 anni di prigionia. Tuttavia, egli muore nel novembre del 1994 a causa di un trauma cranico provocatogli da un detenuto affetto da schizofrenia.
Il suo nome in questo periodo sta facendo il giro del web a causa dell’omonima serie distribuita su Netflix, che sta suscitando indignazione da parte delle famiglie delle vittime.