Mia Martini è una delle voci più preziose del panorama musicale italiano.
Mia Martini: biografia
Domenica Rita Adriana Bertè, in arte Mimì, nata a Bagnara Calabra nel remoto 1947, è la seconda di 4 figlie. Tra queste, soltanto lei e Loredana Bertè dedicano la loro vita alla passione per la musica. La sua infanzia si svolge tra Porto Recanati, nella regione marchigiana, per motivi di lavoro del padre Giuseppe. Questi è un insegnante di latino e greco che, dopo diversi trasferimenti, approda al ruolo di preside in una scuola di Ancona. Sin da piccola, come ricorda in una nota scolastica la maestra Dina Tesei, Mimì dimostra uno spiccato talento per l’arte e per il disegno.
Esordi nel mondo della musica
Inizialmente, Mimì e la sua propensione per la musica sono accolte soltanto dal produttore discografico Carlo Alberto Rossi, il quale investe su di lei come “ragazzina yé-yé”. Assecondando il trend musicale dell’epoca, la giovane partecipa al Festival di Pesaro con la sua prima canzone Ombrello blu. Questa manifestazione musicale le permette di incidere, nel 1963, i suoi primi 45 giri con l’etichetta CAR Juke Box.
Tuttavia, la svolta musicale della cantante italiana avviene soltanto negli anni ’70, in seguito all’incontro con l’editore discografico Alberigo Crocetta, fondatore del celeberrimo Piper e talent scout di spicco. Infatti, a lui si deve la scoperta delle più belle e potenti voci italiane, tra queste si ricorda Patty Pravo.
Nascita di “Mia Martini” e incontro con Ivano Fossati
Gli ann’70 sanciscono la nascita di “Mia Martini”. La scelta di questo nome è la fusione tra Mia Farrow, attrice americana amata dalla giovane Mimì, e del marchio di bevande alcoliche, la cui etichetta insieme alle parole italiane “pizza” e “spaghetti” era la più diffusa nello scenario culturale internazionale. In questo periodo, la cantante assume un look zingaresco accompagnato dalla sempre presente bombetta e dagli immancabili anelli sulle mani. Questo stile si accompagna alla scelta di cambiare casa discografica, affidandosi alla Warner, porto di mare che le permette di incontrare le più eminenti personalità musicali. Si ricorda l’incontro con il cantautore Ivano Fossati, al quale si deve la composizione dell’intramontabile brano E non finisce mica il cielo, vincitore del primo Premio alla Critica durante il Festival di Sanremo. Tra i due cantanti italiani nasce un forte legame professionale che sfocia in un’importantissima storia d’amore.
Accusa di porta sfortuna
La vita privata e professionale della cantante, intorno agli anni ’80, attraversa un periodo abbastanza complicato. Esso è aggravato dalle maldicerie che accusano Mimì di essere portatrice di sfiga. Questa pessima accezione è diffusa dall’impresario Fausto Paddeu, detto Ciccio Piper, per vendicarsi del netto rifiuto della cantante alla sua proposta collaborativa, che l’avrebbe legata esclusivamente al suo brand. Questo pregiudizio, purtroppo, è alimentato da un tragico evento della sua band in seguito alla chiusura di un concerto in Sicilia. Data l’ora tarda, Mimì suggerisce al gruppo di pernottare in albergo e mettersi in viaggio l’indomani mattina. Tuttavia, la band – contraria a questo consiglio – decide di partire la notte stessa, restando colpita in un bruttissimo incidente che costa la vita a tutti i componenti.
Immortalità del talento musicale
Il mondo della musica è pieno di pregiudizi della stessa mole riservati a Mimì. Basti pensare al cantautore Marco Masini, anche lui etichettato per diverso tempo come portatore di sfiga. Tuttavia, la società – come tutto nella vita – è costituito da due misure. E possiamo dire con soddisfazione e riconoscenza che il ricordo di Mimì, il suo talento è immortale per generazioni passate, presenti e future.